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Esperienze

Il pregi del game design focalizzato

La fine della nostra rassegna di GdR al Buio è coincisa con l’arrivo del gran caldo, quello vero che non di fa muovere di casa. Questo mio incontestabile desiderio di vivere una vita abbracciato all’aria condizionata mi ha portato a riesplorare le parti meno sociali e di convivio del mondo del gioco, riuscendo finalmente a riprendere in mano l’antica passione: il game design.

Pummarola Ediscion at its finest!

Il Game Chef (ed altri scheletri nell’armadio)

Anche voi, coloro che vivono sotto i sassi nutrendosi di radici, ormai sapete che quest’anno io e Daniele abbiamo partecipato all’edizione italiana del Game Chef con il nostro Echi sul Confine della Notte. Per me è il primo anno in cui partecipo ed ho trovato una vera e propria comunità costruita sulla goliardia e la collaborazione. È un’esperienza assolutamente positiva e la consiglio a chiunque pensi, prima o poi, di cimentarsi nella creazione di un proprio gioco.

Quasi parallelamente al Game Chef ho scritto un altro gioco ispiratomi ad alcune tavole che Luca Maiorani (sì, sempre quello di Giochi dal Nuraghe: probabilmente è una sorta di savant artistico, o giù di lì) aveva pubblicato su Facebook: sono particolarmente soddisfatto del mio lavoro e lo vedrete presto su questi schermi, con un po’ di fortuna.

Il gioco, come quello che viene richiesto al Game Chef, è focalizzato: un gioco costruito appositamente per esplorare una particolare tematica. Ad esempio il mio gioco è focalizzato sulla Via dello Zen verso l’illuminazione, mentre il nostro gioco del Game Chef è focalizzato sul tema del Confine, che è stato proposto dalla competizione.

Gruppo di Gioco
Friday Night Playtest: siamo game designer, non eremiti

Una esplorazione trasversale

Mi sono accorto che il lavoro di design di entrambi i giochi aveva molti punti in comune, soprattutto per quanto riguarda il lavoro preliminare di ricerca: era incredibilmente vasta e dispersiva.

Da bravo informatico non fatico a darmi una mezza spiegazione semi-autorevole. Un motore di ricerca funziona su base semantica e relazionale, non su base “concettuale”: esplorare una tematica come il confine, o la paura della vita con un motore di ricerca è sicuramente qualcosa di molto controproducente in relazione allo strumento usato. Ma questo è effettivamente un male?

Lo è, se state lavorando per ottenere uno scopo. Non sono così sicuro che lo sia, se non avete di queste questioni pressanti ad opprimervi. Qualcuno ha detto che  «Del viaggio non importa la meta, ma l’esperienza fatta durante il percorso» [1], ed in questo caso non è una citazione banale: nel mio “viaggio” di ricerca mi sono incidentalmente imbattuto in un sacco di cose a cui non sarei mai arrivato applicando un pattern di ricerca tradizionale.

L’esperienze degli altri con il Game Design focalizzato

Anche Daniele ed Ivan Lanìa, recente acquisizione nel parco autori del blog [2], fanno parecchio game design ed hanno partecipato al Game Chef: mi sembrava stupido non coinvolgerli e far condividere le loro personali esperienze.

Daniele: «Il concorso, a cui avevo tentato di partecipare già nel 2015, è stato entusiasmante! Ottima la scelta del Tema e degli Ingredienti e perfetta anche la sinergia con Edoardo. Produrre Echi sul Confine della Notte mi ha spinto ad uscire dalla mia comfort zone di game design e a creare il primo gioco diceless della mia vita. Il risultato personalmente mi soddisfa e mi soddisferà al di là dell’esito della competizione. Il design focalizzato, d’altronde, ha questa interessante caratteristica: ti permette di avere più controllo di ciò che il gioco produrrà al tavolo (o di illuderti di averlo) e di avere più percezione di come andrà a finire. Almeno, questa è stata ed è la sensazione che provo con giochi focalizzati».

Ivan: «Rispetto al concorso, io sono un partecipante atipico: quando lavoro mi isolo come un eremita e riemergo solo una volta finito. Per cui mi perdo sempre i dibattiti e gli scambi di pareri fra concorrenti; per fortuna posso rifarmi nella fase di peer review dei giochi, in cui mi diverto un sacco. Sul design focalizzato, io mi ci trovo bene sia come utente sia come autore dilettante: progettare un gioco è progettare uno strumento, e sapere a che servirà quello strumento (nel nostro caso, che esperienza positiva dovrà dare il gioco) assicura di produrre uno strumento valido… Tanto poi qualcuno proverà lo stesso a usarlo a modo suo, come ha fatto Edoardo con Google!»

Google il burlone
La prima pagina di ricerca Google se digito “Confine” : una varietà di argomenti impressionante

La mia Morale

Dall’esperienza delle ultime due settimane sono uscito arricchito di due cose.

  1. Google è il motivo per cui probabilmente ho ancora un lavoro, ma è un pessimo strumento per le ricerche tematiche. Per questo motivo per il mio gioco sullo Zen ho deciso di reperire qualche libro introduttivo sull’argomento: vi farò sapere come andrà, anche se ho un buon presentimento.
  2. Dopo tutto quel lavoro di ricerca mi aspettavo di riporre grandi speranze nella qualità del mio lavoro. È invece accaduto il contrario, e non nutro grandi ansie o aspettative riguardo al risultato: sicuramente parte della cosa è dovuto al sapere di aver fatto un buon lavoro di base; ma parte è sicuramente dovuto alla consapevolezza che la qualità del prodotto finale non è l’unica cosa che mi sto portando a casa.

Per oggi e per questo spaccato della mia personale esperienza con il game design è tutto.

Alla prossima,
Edoardo


[1] Nella mia ricerca per trovare la fonte di questa citazione l’ho trovata attribuita prima a Neruda, poi a Sparks, poi ancora a Buchowski. Trovare una giusta attribuzione potrebbe essere probabilmente un bel modo di testare l’uso “trasversale” di un motore di ricerca.,

[2] Se non sapete chi è Ivan, leggete l’aggiornata Pagina dello Staff. Comunque, avrà modo di presentarsi e di avere il suo “battesimo del fuoco” in un futuro prossimo.

Di Edoardo Cremaschi

Edoardo è un unicorno che si crede un informatico. Quando non è impegnato a capire cosa un informatico esattamente faccia, divide il suo tempo tra serie Tv, Giochi di Ruolo e Game Design. Edoardo sa essere entusiasta al limite della pedanteria per le cose che trova belle: ottima cosa per un blogger, ottima scusa  per non ascoltarlo quando parla di persona.

2 risposte su “Il pregi del game design focalizzato”

Ciao Daniele! 😀 Grazie del commento, sicuramente avremo qualcosa da dire in più in futuro: questa per ora è una esperienza diretta, ma è stata molto positiva. 🙂

PS: lato Cabala tutto bene? 34 giochi sono tanti!! 😀

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